Ultimo aggiornamento: 12/05/2022
"Se il mondo fosse vestito di lana sarebbe più circolare."
Questa citazione emerge dall'ultimo rapporto dell'organizzazione internazionale Textile Exchange sull'uso delle fibre nel mondo della moda. Solamente un capo su cento è di lana ma, grazie alla città di Prato, è più probabile che quest’ultimo venga riciclato rispetto a qualsiasi altro materiale utilizzato per vestirsi. È improbabile che un capo destinato al riciclo non faccia tappa nella città di Prato, in Toscana, Italia. Il mondo deve ripensare i consumi ma soprattutto i modelli di produzione affinché l'eco-design diventi un nuovo standard mondiale. Questo è particolarmente vero nella moda, dove l'economia circolare è ancora un'eccezione. Prato ha capito prima di altri che il valore si può recuperare dove tutti vedono i rifiuti. Proprio per questo racconteremo la nostra storia circolare durante questo talk che fa parte del progetto della città: Prato Circular City!
Il Comune di Prato con i suoi 200.000 abitanti è il secondo comune della Toscana e il terzo del Centro Italia per numero di cittadini. Prato è famosa in tutto il mondo per il suo distretto tessile, che rappresenta circa il 3% della produzione tessile europea.
3.500 aziende tessili e oltre 4.000 aziende di abbigliamento danno lavoro a circa 33.000 addetti in quella che è considerata un'industria al servizio dei grandi marchi della moda ma anche della produzione del fast fashion, settore in cui Prato è leader in Europa e punto di riferimento della grande distribuzione. È una città che, seppur con contraddizioni e problemi, integra saperi e stili di vita diversi, facendo convivere insieme molte culture.
Prato riveste un ruolo strategico nel territorio regionale e su vasta area, e rispetto a questo presupposto l'amministrazione comunale ha sviluppato una visione di medio-lungo termine, basata sull'analisi di ciò che è già stato realizzato e su una prospettiva di Sviluppo Sostenibile, come prerogativa strategica su cui concentrare la programmazione e verso cui far convergere le azioni sia del settore pubblico che di quello privato. Prato vanta anche una grande tradizione nel campo dell'innovazione che riguarda non solamente la produzione manifatturiera ma anche la capacità delle amministrazioni locali di sperimentare i servizi al cittadino. Storicamente, a Prato, i concetti di recupero, riciclo e riuso sono stati associati ai virtuosismi del distretto tessile, anticipando di decenni le attuali linee guida globali sulla Green Economy. Il concetto di “economia circolare” è stato applicato sulla filiera tessile e in altre per evitare o ridurre lo smaltimento in discarica di notevoli quantità di rifiuti con un conseguente minor impatto ambientale; sostituire la materia prima con materia prima secondaria; sviluppare la creatività e nuove opportunità di business.
Le città rappresentano una grande opportunità per lo sviluppo di una nuova visione di economia circolare, come sottolineato dal Patto di Amsterdam adottato dall’Unione Europea nel 2016, e sono il vero campo di battaglia delle nuove sfide della società del XXI secolo, come enfatizzato dalla Nuova Agenda Urbana delle Nazioni Unite e dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030.
Prato Circular City è un progetto promosso dal Comune di Prato per incoraggiare la transizione della città verso l’economia circolare. Prato è fortemente caratterizzata da un distretto produttivo omogeneo che risulta essere particolarmente adatto a questo passaggio.
Il progetto promuove la condivisione e la partecipazione per identificare azioni concrete che possono generare un impatto significativo sulla transizione della città e del distretto verso l’economia circolare. Si tratta di uno Smart Living Lab che affronta 4 temi principali dell'economia circolare in relazione alle peculiarità della città di Prato: il distretto del Tessile & Abbigliamento, la gestione delle risorse urbane, il consumo circolare e i sistemi agricoli urbani sostenibili, oltre a un tema trasversale, la governance.
ph. Marco Badiani
Lo scorso mese la Commissione europea ha approvato la Strategia Europea per i Tessuti Tessili Sostenibili. Si tratta di un documento complesso che indirizza alcune tematiche e che cerca di delineare un percorso per accompagnare il settore tessile e della moda verso una transizione che tocca diversi aspetti. Produttori, brand ma anche consumatori e governi nazionali sono stati chiamati a implementare questa rivoluzione che si svolgerà in più fasi, ma che dovrà concludersi entro il 2030. È previsto un calendario per le novità che verranno inserite da qui al 2025 e il regolamento obbligatorio dovrà essere approvato nei prossimi mesi.
La Commissione, lanciando il documento, ha precisato: "Entro il 2030 i prodotti tessili immessi sul mercato UE saranno di lunga durata e riciclabili, realizzati in gran parte con fibre riciclate, privi di sostanze pericolose e progettati nel rispetto dei diritti sociali e ambientali. A lungo andare i consumatori trarranno benefici da una qualità più elevata a prezzi accessibili, il fast fashion diventerà fuori moda e il riutilizzo e la riparazione saranno convenienti per tutti. In un settore tessile competitivo, resiliente e innovativo, i produttori si assumeranno la responsabilità dei loro prodotti lungo la catena del valore, anche quando si trasformeranno in rifiuti. L'ecosistema tessile circolare prospererà, spinto da una capacità sufficiente per un riciclo innovativo da fibra a fibra, mentre l'incenerimento e il conferimento in discarica dei tessuti saranno ridotti al minimo".
Discuteremo di questo in un discorso dedicato coordinato da Lorenzo Sciadini, esperto e allenatore sulle questioni dell'economia circolare, insieme a:
Puoi seguire l'evento di persona negli spazi Prisma in Via Galciase 34 - Prato (PO) 59100.
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Ultimo aggiornamento: 12/05/2022